Approvato in via definitiva il Codice unico degli Incentivi. Ecco cosa cambia in materia di aiuti alle imprese

Il Consiglio dei ministri del 20 novembre, dopo aver acquisito i pareri delle competenti Commissioni parlamentari, ha approvato in esame definitivo il Codice degli incentivi, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2026.
Il Codice ha lo scopo di armonizzare la disciplina di carattere generale in materia di incentivi alle imprese, semplificare le procedure di accesso, garantire trasparenza e uniformità e rafforzare i meccanismi di monitoraggio e valutazione.
Con la stesura definitiva è stato chiarito che nell’ambito oggettivo di applicazione della disciplina non rientrano gli incentivi fiscali automatici, ossia quelli per la cui fruizione non è prevista alcuna attività istruttoria, né gli incentivi contributivi.

Il nuovo Codice si compone di 28 articoli, suddivisi in cinque Capi che vanno a riformare il sistema degli aiuti alle imprese, introducendo un quadro unitario valido per tutte le agevolazioni concesse a livello nazionale, comprese quelle cofinanziate con fondi europei. Restano esclusi i settori agricolo, forestale e della pesca, che continueranno a seguire regole specifiche.
Tra i principi ispiratori figurano stabilità, digitalizzazione, accessibilità, trasparenza, coesione territoriale e inclusione (con particolare attenzione al lavoro femminile e giovanile).
Il Codice istituisce il Tavolo permanente degli incentivi, quale sede stabile di coordinamento tra Stato e Regioni.

Ecco, in sintesi, le principali novità:

  • È previsto un Programma triennale degli incentivi, che dovrà assicurare coordinamento tra interventi statali e regionali. Centrale diventa il ricorso al bando-tipo, uno strumento uniforme che fissa contenuti minimi, motivi di esclusione e criteri di valutazione. Le amministrazioni potranno introdurre deroghe solo in casi motivati, per evitare frammentazioni e garantire maggiore standardizzazione.

  • Lo schema individua in modo chiaro le operazioni agevolabili e le spese ammissibili, prevedendo procedure di accesso semplificate e digitalizzate tramite la piattaforma “Incentivi Italia”.

  • Prevede, inoltre, un sistema di codifica nazionale delle spese, per rendere omogenei bandi e controlli, ridurre errori e aumentare trasparenza ed efficienza. La classificazione univoca delle voci di spesa (con codici e nomenclatura standard), potrà essere applicata solo dopo che sarà operativo il protocollo unico nazionale per la gestione degli incentivi (previsto dall’art. 3). I bandi futuri dovranno quindi adeguarsi a queste regole comuni, rendendo più semplice controllare e confrontare le spese tra diversi incentivi.

  • Lavoratori autonomi e professionisti vengono riconosciuti tra i destinatari delle misure: il decreto riconosce loro la possibilità di partecipare agli incentivi, trattandoli in linea con le PMI, ma eliminando obblighi burocratici non pertinenti, così da favorire un’effettiva inclusione nelle misure agevolative.

  • Vengono, inoltre, introdotte specifiche premialità per imprese che assumono giovani, donne o persone con disabilità, nonché misure per favorire il sostegno alla natalità.

  • Particolare attenzione è posta al contrasto alla delocalizzazione: i beneficiari che trasferiscono attività produttive all’estero rischiano la revoca degli aiuti. Le norme sulle revoche e recuperi rafforzano il ruolo del credito privilegiato a favore dello Stato, a tutela delle risorse pubbliche.

  • Il Capo IV, infine, disciplina un sistema di monitoraggio continuo, di valutazioni ex ante, in itinere ed ex post, e di obblighi di pubblicità delle misure, anche attraverso la piattaforma unica nazionale, con l’obiettivo di garantire maggiore trasparenza, migliorare l’efficienza della spesa e fornire dati omogenei a istituzioni e cittadini.

Elemento centrale della riforma è il potenziamento degli strumenti digitali già incardinati presso il Mimit, a partire dalla piattaforma “Incentivi.gov.it” e dal Registro nazionale degli aiuti di Stato, che costituiranno il nucleo del nuovo “Sistema incentivi Italia”.

 

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Pubblicato il 21 Novembre, 2025