Sulla Gazzetta Ufficiale del 15.5.2025 è stato pubblicato il Decreto 25 febbraio 2025 del MEF recante la Disciplina del Fondo nazionale del made in Italy che individua i requisiti e le relative condizioni d’accesso, nonché i criteri per la realizzazione degli investimenti rendendo, di fatto, operativo il Fondo, che però è in vigore già dal marzo scorso.
Il Fondo nasce con la finalità strategica di sostenere la crescita, il rafforzamento e il rilancio delle filiere produttive nazionali, oltre che il potenziamento dell’accesso a materie prime critiche, funzionali alla transizione energetica, alla trasformazione tecnologica e allo sviluppo di modelli di economia circolare.
Il Fondo ha una dotazione pubblica iniziale pari a 1 miliardo di euro per il biennio, con l’obiettivo di mobilitare ulteriori 1 miliardo di euro da parte di investitori privati e internazionali, consolidando così un potente strumento pubblico-privato a sostegno della competitività industriale italiana.
Possono accedere agli interventi previsti dal FNMI le imprese costituite in forma di società di capitali, comprese le cooperative, con sede legale in Italia, a esclusione di quelle operanti nei settori bancario, finanziario e assicurativo.
Il Decreto individua due ambiti di intervento sui quali il Fondo concentrerà le risorse:
- Materie prime critiche
Il primo ambito di intervento è rappresentato dalla filiera delle materie prime critiche, considerata cruciale per la sicurezza industriale ed energetica del Paese, nonché per la realizzazione degli obiettivi di transizione ecologica e digitale. Il Fondo potrà intervenire in tutte le fasi della catena del valore, comprendendo:
- l’estrazione di materie prime strategiche sul territorio nazionale o in partnership internazionali;
- la lavorazione e trasformazione industriale delle risorse estratte;
- l’approvvigionamento da mercati esteri o da forniture integrate;
- il riciclo e il riuso di materiali, in un’ottica di economia circolare e riduzione della dipendenza da fonti esterne;
- la distribuzione all’interno del tessuto produttivo nazionale.
Tale area è strettamente connessa alla crescente esigenza dell’Unione europea di ridurre la propria vulnerabilità in termini di approvvigionamento di risorse strategiche, in particolare nel campo delle tecnologie verdi, delle batterie, delle energie rinnovabili, dell’automotive elettrico e della microelettronica.
- Filiere ad alta intensità tecnologica e competitività
Il secondo ambito riguarda il sostegno a filiere industriali di eccellenza, caratterizzate da alta intensità tecnologica, capacità innovativa e rilevante competitività sui mercati internazionali. La selezione di queste filiere avverrà sulla base di criteri definiti dal Comitato tecnico strategico del Fondo e in coerenza con le linee guida di politica industriale nazionale. Tra i fattori valutati rientrano:
- il livello di spesa in ricerca e sviluppo (R&S);
- l’impatto dei megatrend globali (digitale, intelligenza artificiale, green economy);
- la posizione dell’Italia nei mercati globali, in termini di quota di export e valore aggiunto;
- la capacità del settore di generare occupazione qualificata e valore economico stabile nel tempo.
Tra le filiere potenzialmente oggetto di intervento rientrano comparti come: aerospazio, farmaceutica, biotecnologie, meccatronica avanzata, semiconduttori, tecnologie per la transizione energetica e manifattura di precisione.
Il FNMI si articola in due veicoli di investimento distinti:
- Fondo di Real Asset (FRA)
Il Fondo di Real Asset sarà orientato alla valorizzazione delle materie prime critiche e al sostegno di investimenti in infrastrutture strategiche, con l’obiettivo di rafforzare la resilienza industriale nazionale e ridurre la dipendenza da approvvigionamenti esteri.
È un Fondo di investimento alternativo (FIA) di diritto italiano, che potrà essere gestito da Invimit SGR (società partecipata dal MEF).
Il fondo potrà intervenire in:
- riattivazione di siti estrattivi dismessi;
- apertura di nuove miniere;
- progetti di trasformazione e logistica delle risorse;
- iniziative di economia circolare e riciclo industriale.
L’accesso sarà aperto a investitori privati e internazionali, in un’ottica di partnership pubblico-privato.
- Fondo Imprese (FI)
Il Fondo Imprese sarà invece finalizzato a sostenere lo sviluppo e il rafforzamento delle imprese italiane operanti nelle filiere strategiche, promuovendo interventi ad alta intensità tecnologica, competitività e valore aggiunto.
Anch’esso costituito come Fondo di investimento alternativo (FIA), potrebbe essere affidato alla gestione del Fondo Italiano di Investimento SGR.
Il fondo potrà intervenire:
- direttamente nel capitale delle imprese target, con partecipazioni anche di maggioranza o minoranza qualificata (fino al 50% in operazioni di private equity);
- indirettamente tramite fondi target diretti e indiretti di private equity.
Si favorirà il rafforzamento patrimoniale delle imprese, l’innovazione e l’espansione internazionale di settori chiave per l’economia nazionale.
Il Fondo FI può partecipare fino a un massimo del 50% dell’investimento complessivo in operazioni di private equity, includendo:
- la sottoscrizione o acquisto di strumenti di capitale di rischio (quali azioni, quote o strumenti finanziari partecipativi) emessi direttamente dalle imprese target;
- la partecipazione a Fondi Target diretti, ossia fondi che investono a loro volta nelle imprese oggetto di sostegno;
- la partecipazione a Fondi Target indiretti, nell’ambito di una logica di “fondo di fondi” (FoF).
Gli investimenti possono avvenire direttamente da parte del Fondo o per il tramite di veicoli appositamente costituiti. Le operazioni sono orientate a favorire processi di sviluppo, crescita, internazionalizzazione e consolidamento delle imprese beneficiarie, promuovendo l’integrazione verticale e il rafforzamento della competitività globale dei comparti industriali coinvolti. In particolare, il FI mira a facilitare l’espansione produttiva e commerciale in nuovi settori e mercati, accrescendo la presenza strategica delle imprese italiane a livello internazionale.
In caso di investimenti attraverso Fondi Target indiretti, è previsto l’impegno da parte dei gestori di tali fondi ad allocare risorse almeno pari a quelle del Fondo FI a beneficio delle imprese target, al netto dei costi di gestione. Inoltre, tali fondi devono qualificarsi come prodotti finanziari sostenibili ai sensi degli articoli 8 o 9 del Regolamento (UE) 2019/2088, promuovendo così coerenza con gli obiettivi di sostenibilità e trasparenza nel settore finanziario.
Infine, per garantire una governance efficace e orientata agli obiettivi strategici del Fondo, il decreto istituisce presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy un Comitato Tecnico Strategico, organo di indirizzo, supervisione e coordinamento delle attività del Fondo.